Se anche tu, come la maggior parte delle strutture ricettive che si affiliano alle OTA, hai sottoscritto il contratto con loro senza neanche leggerlo, sicuramente non ti sei reso conto di quella piccola clausola con cui hai contribuito a dargli potere.
Forse non lo sai ma,nei contratti di collaborazione tra Hotel e Online Travel Agency, è inserita una clausola che prevede il diritto da parte delle OTA di utilizzare i tuoi loghi, foto, contatti e nome, per scopi di marketing.
Sai cosa significa?
Hai mai provato a digitare su un motore di ricerca (ex google) il nome della tua struttura, riscontrando come primo risultato Booking.com, expedia o altre OTA?
ECCOVI UN ESEMPIO:
L’aspetto interessante è che a voi è assolutamente proibito utilizzare i loro nomi, loghi o contatti.
Di seguito vi riporto la clausola contrattuale di Expedia:
“GESTIONE DEI CONTENUTI
EPC può includere vari strumenti di gestione dei contenuti, che consentono di caricare o richiedere modifiche delle informazioni presenti sul sito web in merito alla Struttura e ai relativi prodotti e/o servizi. Caricando qualsiasi nome, logo, marchio registrato, immagine, file audio, video, testo o altro contenuto (“Contenuto”) relativo alla Struttura, l’Utente concede a Expedia il diritto di utilizzare, riprodurre e distribuire tale Contenuto a scopi pubblicitari e di merchandising, con il fine di promuovere la prenotazione dei servizi della Struttura tramite i siti web. L’Utente garantisce che tale utilizzo del Contenuto non infrange né infrangerà alcun diritto di copyright o altri diritti di terzi. Expedia non è obbligata a utilizzare, esporre o distribuire alcun Contenuto. Se l’Utente richiede eventuali modifiche del Contenuto, tali modifiche sono soggette alla verifica e all’approvazione di Expedia a propria esclusiva discrezione.”
“ATTIVITÀ PROIBITE
Il contenuto e le informazioni su EPC sono di proprietà di Expedia, così come le infrastrutture utilizzate per fornire tali contenuti e informazioni. L’Utente s’impegna a non archiviare, copiare, riprodurre, modificare, distribuire, trasmettere, mostrare, eseguire, pubblicare, creare materiale correlato, trasferire, vendere o rivendere qualsivoglia informazione, software, prodotto o servizio ottenuto da o tramite EPC.”
Stesso e identico concetto, ad esempio, per Booking.com
“4.3.1 Booking.com ha il diritto di pubblicizzare la Struttura Ricettiva utilizzando il nome (o i nomi) della Struttura Ricettiva nel marketing online, comprese le e-mail pubblicitarie e/o la pubblicità pay-per-click (PPC). Booking.com gestisce campagne pubblicitarie online a proprie spese e a propria discrezione.”
“4.3.3 Per quanto riguarda il marchio e il logo di Booking.com (inclusi la denominazione commerciale, il marchio registrato, il marchio depositato di servizi o altri indizi di identità o origine), la Struttura Ricettiva si impegna a non usarli, esporli, trarne beneficio, includerli, utilizzarli, farvi riferimento o servirsene in modo specifico, né attraverso l’acquisto di parole chiave di pertinenza dei Diritti di Proprietà Intellettuale di Booking.com e né per finalità di comparazione dei prezzi o qualsiasi altra finalità (che sia sulla piattaforma propria della Struttura Ricettiva o su qualunque ulteriore piattaforma, sistema o motore di terze parti) salvo approvazione scritta di Booking.com. La Struttura Ricettiva non potrà utilizzare né creare (direttamente o indirettamente) nessun annuncio pubblicitario (nemmeno di tipo pay-per-click) sui motori o metamotori di ricerca allo scopo di (re)indirizzare e collegare alla pagina della Struttura Ricettiva stessa sulle Piattaforme in cui la Struttura è pubblicizzata, promossa e/o presente (è vietato il double serving).”
Quindi, hai capito cosa hai firmato?
Hai dato loro la possibilità di utilizzare i tuoi dati per il loro posizionamento sui motori di ricerca accettando, contemporaneamente, il divieto a utilizzare i loro!
Cosa si può fare? Al momento nulla. Ricordo, però, che 10 anni fa (quando i contratti si firmavano ancora a mano), era possibile depennare o modificare alcune clausole e prendere “accordi individuali” con le OTA, così come con i grossi Tour Operator.
Ora, invece, con il potere che questi soggetti hanno acquisito, ci vorrebbe una richiesta di massa per ottenere delle modifiche.
Buone riflessioni a tutti
Guido Libonati