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HOTEL E BIG DATA

Dati, dati e ancora dati… Continuiamo a sentire che oggi il potere è nelle mani di chi possiede i dati!

Se non hai accesso ai dati, sei fuori dai giochi!

Sappiamo, ad esempio, che Facebook è gratuito per gli utenti, perché guadagna sui dati degli utenti.

Sono anni che ormai si parla di Big Data, ma mentre fino ad ora erano solo i tecnici e gli addetti ai lavori i veri interessati all’argomento, da poco anche i comuni mortali e le piccole imprese stanno mostrando interesse verso questo mondo. 

Io ricordo quando da sbarbato, iniziai a lavorare in hotel. C’era il mio direttore che pretendeva, già 17-18 anni fa, che compilassimo tutti i campi dei mercati nella maschera di prenotazione, nel PMS.

E io ero li a chiedermi: ma cosa te ne fregherà mai di sapere quanti clienti business o quanti clienti leisure hai ospitato questo mese? 

Mi ricordo di un foglio di carta che tenevamo appicciato, col nastro adesivo, sul Desk del Front Office, su cui prendevamo nota di tutti i walk-in che ci avevano trovati seguendo i cartelli che avevamo sparpagliato per la città. Perché il “dir” voleva il dato… 

Poi, crescendo, ho iniziato a capire che profilare i propri clienti oppure sapere se l’investimento fatto nei cartelli stradali stesse portando risultati in termini di rientro economico, era fondamentale.

Ma cosa è cambiato da allora? 

Che mentre fino a pochi anni fa, i dati che raccoglievi restavano su fogli di carta o, al limite riuscivi a digitalizzarli col PMS, che ti dava anche un minimo di statistiche e report, adesso finiscono in uno spazio virtuale, a disposizione del mondo intero.

E mentre prima la mole di dati era a dir poco limitata, come anche la velocità con cui venivano generati, adesso è così estesa e veloce e varia, che sarebbe impossibile dargli un senso senza il supporto della tecnologia…

Ti do solo qualche numero “inutile”:

Ogni minuto, vengono caricate 400 ore di nuovi video su YouTube. Ogni minuto gli utenti google fanno 3 milioni e mezzo di ricerche e su Facebook arrivano 3 milioni di nuovi like. Ogni minuto, sulle chat di tutto il mondo, vengono scambiati 16 milioni di messaggi! (Questi numeri li ho trovati su libro Big data Analytics di Andrea de Mauro, che ti consiglio di leggere)

Ma questa è solo una parte dei dati che vengono raccolti! Oggi si parla di Internet delle cose. Il televisore è connesso a internet, il frigorifero è connesso a internet, anche l’aspirapolvere e il sistema di video sorveglianza sono connessi a internet!

Non abbiamo idea della mole di dati che costantemente, direttamente o indirettamente, inviamo nei cloud. Perché è lì, in questo spazio virtuale, che le informazioni finiscono. 

Se ci pensi sono numeri pazzeschi. Sarebbe impossibile raccoglierli, interpretarli o dargli un senso se non avessimo a disposizione degli strumenti di business intelligence.

E sarebbe altrettanto folle non mostrare interesse!

Prima ti dicevo che 18 anni fa il mio direttore ci obbligava a compilare i campi dei mercati durante l’inserimento delle prenotazioni nel PMS.

Ma se ti dicessi che ancora oggi mi capita di trovare hotel che non segmentano il mercato, ci crederesti? 

Mi è capitato, addirittura, di trovare strutture che non hanno mai impostato le voci di addebito nel loro PMS e che addebitano tutto sotto la voce “varie al 10%” 

Quindi, mi chiedo: cosa accadrà a quegli hotel che non riusciranno a stare al passo con i tempi, se tra un po’, davvero la partita si disputerà su un altro campo da gioco?

Non è troppo complicato utilizzare alcuni strumenti! Già iniziare a dare un occhio a Google Analytics potrebbe aiutare ad aprire gli orizzonti. Invece, nel 2021 parliamo ancora di hotel che non hanno un sito web (“tanto c’è Facebook che è gratuito”) o, peggio ancora, di strutture che hanno un buon sito web ma che non hanno mai connesso ad Analytics.

E mi viene in mente il classico esempio di Netflix e Blockbuster…

Blockbuster era un colosso che ha commesso il grande errore di non voler stare al passo con i tempi. Netflix, invece, ha sfruttato e continua a farlo, i big data a suo favore. Netflix quando investe su una nuova serie sa già che funzionerà, perché ha i dati! Ti suggerisce contenuti, in base ai tuoi gusti, perché gli algoritmi che sfrutta sanno già cosa fa per te. Addirittura ti dice in che percentuale quel contenuto fa per te! (Ex. Consigliato al 95%). Perché se guardi film Horror, ogni volta che ne esce uno, lui ti informa. E non solo, continua a raccogliere i dati sulle tue preferenze, perché tu non smetta mai di aver fame di quei contenuti!

E a brevissimo, nel mondo degli hotel sarà la stessa cosa. Se non avrai degli strumenti che ti consentiranno di raccogliere ed elaborare i tuoi dati e quelli del mercato, sarai fuori dalla competizione. E non finisce qui! Al concetto di Big Data è sempre più legato quello di Machine Learning. Cioè la capacità di un software di imparare da solo, attraverso l’osservazione delle informazioni. In due parole, incastrando un numero

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enorme di dati dell’hotel e dati presi da altre fonti, il software ti suggerirà il prezzo di vendita per una data o per un canale o la campagna social per una determinato segmento di mercato.

Capisci che il mondo è già governato da questi strumenti e che se vuoi continuare a esistere non puoi voltarti dall’atra parte!?

Se non ci credi, chiedilo a Blockbuster!

Guido Libonati

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